Displasia (HD/ED)

La displasia dell’anca

la displasia dell’anca e’ il problema ereditario più comune ai cani di grande taglia.

La diagnosi è evidenziata da una radiografia eseguita, in anestesia totale, sul cane posizionato in una particolare postura.

Questo esame è obbligatorio per poter garantire che i riproduttori siano esenti dalla displasia.
Purtroppo anche con questi controlli si verifica la possibilità che i cuccioli presentino questa patologia , qualora i genitori o gli antenati non la manifestino ma ne siano portatori recessivi, infatti la lastra puo’ evidenziare solo la manifestazione clinica della malattia, ma nulla dice sulla sua presenza a livello genetico.

Anche se la displasia all’anca sembra una malattia “semplice” in realtà è una malattia poligenica, (causata da parecchi geni), ed e’ oltretutto soggetta ad un’ alta influenza ambientale. Così , alcuni cani che possono essere predisposti alla malattia dai loro geni, non necessariamente la svilupperanno se nelle loro vite mancheranno i fattori ambientali . I cuccioli a crescita rapida di grandi razze sono i più a rischio, anche qualora entrambi i genitori presentassero anche eccellenti, perché le loro ossa, muscoli, tendini e legamenti possono svilupparsi a tassi differenti.
Non sempre la zoppia in un cucciolo e’ chiaro indice di displasia, cosi’ come una corretta andatura non e’ garanzia di esenzione. L’ unico e solo mezzo diagnostico ufficialmente riconosciuto, e’ la lastra, che deve essere eseguita solo dopo i 15 mesi (12 per il bovaro dell’ Appenzell e dell’ Entlebuch) presso una delle 2 centrali di lettura ufficiali accreditate dall’ ENCI.

Sul territorio italiano si trovano numerosi veterinari che effettuano le lastre per conto dell’ una o dell’ altra centrale, ma La scelta della Centrale cui inviare le lastre, per riceverne una lettura ufficiale, dipende solo dalla volonta’ del proprietario.

Ci teniamo a sottolineare che le lastre preventive non costituiscono documentazione ufficiale , legalmente valida, cosi’ come non vengono riconosciute lastre che non abbiano la lettura di una delle 2 Centrali.

Al momento dell’ esecuzione della lastra , il proprietario deve consegnare il pedigree , che verra’ poi restituito dalla Centrale, con un timbro attestante la lettura ed il grado di displasia riscontrato. A ciascun cane, pedigree e lastra, viene assegnato uno stesso numero.

I possibili gradi di lettura sono :

GRADO A “normale”

La testa del femore e l’acetabolo sono congruenti. Il bordo acetabolare craniolaterale appare netto e leggermente arrotondato. Lo spazio articolare risulta sottile ed uniforme. L’angolo di Norberg è di circa 105° o superiore.

GRADO B “quasi normale”

La testa del femore e l’acetabolo appaiono leggermente incongruenti e l’angolo di Norberg è di circa 105°, oppure l’angolo di Norberg è inferiore a 105° ma il centro della testa del femore si trova medialmente al bordo acetabolare dorsale

GRADO C “leggera displasia”

La testa del femore e l’acetabolo appaiono incongruenti e l’angolo di Norberg è di circa 100° e/o il bordo acetabolare craniolaterale risulta appiattito. Possono essere presenti lievi irregolarità o segni minori di modificazioni osteo-artrosiche

GRADO D “media displasia”

Incongruenza evidente tra la testa del femore e l’acetabolo, con sub-lussazione. L’angolo di Norberg è compreso tra 90° e 100°. Sono presenti un appiattimento del bordo acetabolare craniolaterale e/o segni di osteoartrosi

GRADO E”grave displasia”

Sono presenti modificazioni marcate come lussazione o sublussazione evidente, con angolo di Norberg inferiore a 90°, appiattimento del bordo acetabolare craniolaterale, deformazione della testa del femore (a forma di fungo od appiattita) od altri segni di osteoartrosi.

I gradi ammessi alla riproduzione sono solo A B e C

Per ogni ulteriore informazione rimandiamo ai siti delle due Centrali , ricordando che con entrambe il CIABS ha stipulato una convenzione, e al sito dell’ ENCI, in cui e’ reperibile il Disciplinare per il controllo ufficiale della displasia dell’anca e della displasia del gomito dei cani iscritti al libro genealogico.

La displasia del gomito

La Displasia del gomito e’ una malattia scheletrica del periodo dell’accrescimento, caratterizzata da uno sviluppo anomalo dell’articolazione del gomito e comporta, spesso, lo sviluppo di artrosi indipendentemente dal problema specifico. La sintomatologia di un soggetto colpito è piuttosto varia, si va da una zoppia dell’arto interessato più o meno accentuata con un movimento del gomito aperto verso l’esterno, ad una immobilità totale dell’arto stesso (nei casi più gravi).

Numerosi studi hanno dimostrato che la displasia del gomito è una patologia ereditaria, anche se la componente ambientale, nutrizionale ed il rapido accrescimento, possono influire sullo sviluppo della patologia.
La malattia è poligenica (come la displasia dell’anca), ossia, non è il frutto dell’espressione di un unico gene, ma della sommatoria o dell’interazione di più componenti geniche.

Ad oggi l’unico modo di selezionare i cani per la riproduzione consiste nel controllare sui singoli soggetti l’ insorgenza della malattia, tramite controllo radiografico .

Lo screening radiografico deve essere effettuato a non meno di 12 mesi di età su entrambi i gomiti. Il cane deve essere opportunamente identificato e le radiografie corrispondenti corredate di giudizio devono anch’esse essere identificate e archiviate dal lettore ufficiale.
Come per la displasia dell’ anca, le lastre preventive non costituiscono documentazione ufficiale , cosi’ come non vengono riconosciute lastre che non abbiano la lettura di una delle 2 Centrali.

I possibili gradi di lettura sono :

GRADO 0: gomito normale
non si riscontrano alterazioni

GRADO BL (border Line): grado intermedio
GRADO 1: artrosi leggera
è presente una formazione di osteofiti di ampiezza inferiore a 2mm; e/o appare un aumento di sclerosi dell’osso subcondrale nella regione della parte distale dell’incavo trocleare dell’ulna; e/o appare uno scalino evidente tra la testa del radio e la parte caudale dell’incavo trocleare nella proiezione sagittale

GRADO 2: artrosi moderata
è presente una formazione di osteofiti di ampiezza tra 2 e 5 mm

GRADO 3: artrosi grave
è presente una formazione di osteofiti di ampiezza superiore a
5 mm; l’evidenza di un processo coronoideo mediale frammentato, di una OCD del condilo mediale o di una mancata unione del processo anconeo comportano il grado 3 indipendentemente dal grado di artrosi presente; anche i cani sottoposti ad interventi chirurgici per patologie del gomito da sviluppo devono essere classificati come Grado 3, se l’intervento eseguito è dimostrabile.

I gradi ammessi alla riproduzione sono solo 0, BL ed 1

Per ogni ulteriore informazione rimandiamo ai siti delle due Centrali , ricordando che con entrambe il CIABS ha stipulato una convenzione, e al sito dell’ ENCI, in cui e’ reperibile il Disciplinare per il controllo ufficiale della displasia dell’anca e della displasia del gomito dei cani iscritti al libro genealogico.

Come difendersi dalla displasia

Il primo consiglio utile riguarda i genitori, perché purtroppo non è ancora possibile al momento della vendita (che di solito avviene a 2 o 3 mesi) capire se il cucciolo svilupperà, o meno, la patologia.

Tutti i soggetti ammessi alla riproduzione devono essere sottoposti ad un esame radiografico ufficiale e presentare sul loro certificato genealogico (pedigree) un timbro della centrale di lettura ed avere un certificato rilasciato dalla F.C.I. tramite una società ufficiale ENCI/FCI : in Italia Ce.Le.Ma.Sche. e F.S.A.

Ogni allevatore non ha difficoltà ad esibire i certificati dei genitori dei cuccioli. Non è il caso di fidarsi di quegli allevatori che non forniscono i dati oppure mostrano certificati non ufficiali (anche se redatti da un veterinario). E’ sempre bene tener presente che non è il cucciolo di 2 mesi che acquistiamo che è esente da displasia, ma lo sono i suoi genitori, e quindi può anche capitare che da due supercampioni che non presentano la patologia , possa a volte nascere un cucciolo displasico e purtroppo l’allevatore non può saperlo prima.
Diventa così indispensabile seguire le indicazioni che l’allevatore da per una buona cura e crescita del cucciolo, specialmente attenendosi ai consigli nutrizionali, per i quali va in ogni caso consultato anche un Veterinario. In caso di dubbi e problemi l’ allevatore va sempre consultato ed informato. L’ideale è come sempre che vi sia una buona collaborazione fra Allevatore e Veterinario curante.

Negli ultimi anni sono stati messi a punto una serie di interventi precoci, che dovrebbero essere atti a prevenire uno sviluppo futuro della displasia, in soggetti molto giovani (3-5 mesi). Alcuni di questi sono di enorme ostacolo per un serio lavoro di allevamento e salvaguardia della salute della razza nonché di dubbia certezza sui risultati .

Sinfisiodesi pubica questa tecnica si basa sul principio di bloccare l’accrescimento del bacino a livello della sinfisi pubica, l’accrescimento mantenuto a livello della sinfisi sacro iliaca provocherà una rotazione verso l’esterno del margine acetabolare dorsale in modo da portarlo ad una maggiore copertura della testa del femore. La tecnica da i migliori risultati se applicata su cani molto giovani, 3-4 mesi al massimo, su cani più anziani i risultati sono mediocri in virtù dell’ormai consolidato accrescimento del bacino, inoltre è relativamente nuova ed i risultati sono ancora fonte di discussione nella comunità scientifica. La particolarità di questa tecnica è che l’intervento non lascia traccia sull’animale adulto e ciò apre la porta anche a considerazioni etico-professionali, in quanto è migliorativa del giudizio finale del soggetto operato, il quale potrebbe anche essere ammesso alla riproduzione pur non avendone le caratteristiche genotipiche.

Chi acquista un cane dunque, deve assumersi le proprie responsabilita’ nei confronti della razza e a sua volta collaborare con gli allevatori ed le Centrali Ufficiali nel fare progredire la ricerca. Ciò che frena maggiormente la ricerca è la scarsa collaborazione di quegli acquirenti che cercano tutte le garanzie possibili al momento dell’acquisto, ma poi si dimenticano di fare la loro parte al momento opportuno, nel caso in cui le cose siano andate tutte per il verso giusto, salvo però ripresentarsi pieni di pretese se qualcosa non va.

Nuove frontiere della displasia dell’anca

Liberamente tratto dall’ articolo apparso su I Nostri Cani , Marzo 2006

di Ferdinando Asnaghi & Paolo Piccinini (Centrale CELEMASCHE)

Perché siamo contro al “Prescreening” ?

Nonostante gli sforzi dei veterinari, la displasia dell’anca è ancor oggi la malattia scheletrica che crea più problemi agli allevatori. Infatti la sinergica lotta a questa patologia non ha prodotto i risultati sperati in tempi relativamente lunghi, o meglio, ha migliorato sensibilmente, ma non ha continuato in maniera proporzionale. Perché ? Gli allevatori interessati conoscono bene come si determina la displasia dell’anca dove entrano in gioco molti fattori e riteniamo quindi superfluo, come viene regolarmente fatto invece da molti veterinari di scuola americana, illustrare la patologia ripartendo sempre da zero.

In sintesi si considerano:

-il fattore genetico che secondo recenti statistiche influisce dal 20% al massimo 40 %;

-i fattori ambientali quali nutrizione, esercizio fisico, terreni di crescita etc etc.

Un argomento molto dibattuto, e delicato per la sua complessità, da chi è impegnato nello studio e nell’ analisi della HD a livello di cinofilia ufficiale internazionale,è stato ed è attualmente il “Prescreening” cioè la famosa diagnosi precoce della HD.

La diagnosi precoce è di fatto uno dei più grandi nemici degli allevatori

Da molti anni la CeLeMaSche si è impegnata ad approfondire i veri problemi dell’HD, ma cercando anche di comprendere le problematiche dell’allevamento cinofilo nella sua completezza e complessità.

Da un lato esistono allevatori seri (la maggior parte per fortuna), che con il supporto di professionisti preparati, ricercano ufficialmente la “displasia dell’anca” applicando poi la corretta attenzione per eliminare soggetti potenzialmente pericolosi alla riproduzione. Questi solitamente rispondono in “solido” quando il cucciolo venduto si rivela “affetto da displasia” e, anche con l’aiuto di professionisti veterinari, cercano di risolvere il problema specifico senza, come spesso accade, proporre interventi che costano in realtà più del valore del cucciolo. D’altra parte esistono anche allevatori che “barano”, vuoi per ignoranza o per malafede, e che cercano di occultare cani displasici all’esame ufficiale. Ebbene, con l’avvento delle nuove tecniche chirurgiche ortopediche, il barare è divenuto ancora più semplice. Un esame precoce, una diagnosi di predisposizione a HD, un intervento facilmente mascherabile quale la “sinfiosiodesi pubica” ….. e il cane all’esame ufficiale sarà esente da HD!

Ebbene, direte voi, ma perché tutto ciò è nemico degli allevatori ?

Semplicemente perché l’allevatore, quando andrà a prendere una monta, potrà non essere certo del grado di displasia di quel cane. E non raccontiamoci le frottole di proposte di sterilizzazione o comunicazioni all’ENCI, che sono spesso solo parole non supportate dai fatti e mai organizzate. Chiunque ha vissuto un po’ di cinofilia lo sa chiaramente! E’ facile capire quindi che, a parte il “business” per i veterinari ortopedici, mascherato spesso da una proposta di migliore qualità della vita del cane, la diagnosi precoce che preveda questo tipo di percorso (sinfiosiodesi pubica), diventa uno dei più grandi nemici degli allevatori. Se poi aggiungiamo che la comunità internazionale non è ancora pienamente d’accordo sulla validità scientifica di tali metodiche, è facile comprendere quale danno morale e materiale si rischia di procurare alla cinofilia e all’allevamento del cane di razza.

Ma chi di voi allevatori non ha avuto delle radiografie a 8 mesi di grado C che si sono o confermate o migliorate sino al B? Penso sia successo a tutti. Le prove le abbiamo personalmente in archivio della CeLeMaSche ( 49.000 radiografie ufficiali eseguite per chi ama i numeri ).

E allora come la mettiamo?

E l’allevatore paga …..

Si, paga soprattutto l’allevatore perché poi il risultato finale di tali metodiche sfocia spesso in diatribe giudiziarie dai risvolti alquanto imprevedibili. Il cane Argo (assolutamente casuale) venduto a due mesi viene sottoposto a diagnosi precoce, viene valutato predisposto (attenzione solo predisposto) alla HD e viene operato di “sinfisiodesi pubica giovanile”. Molte volte il tutto accade senza che ciò venga neanche comunicato all’allevatore; infatti questo viene informato quasi sempre e solamente quando gli arriva una “citazione per danni”.

Se non viene fatta preventivamente comunicazione e viene eseguito un intervento chirurgico, lo stesso ha valore legale di atto di proprietà e quindi decade la garanzia dell’allevatore, ma se invece viene comunicata all’allevatore l’intenzione di intervenire? Come si risolve il problema visto che l’età per l’esame ufficiale è dai 12 mesi in poi per molte razze e per altre ancora dopo i 15 o i 18 mesi?

Questo è un punto assolutamente non chiaro. Da anni auspico un rapporto corretto fra allevatore e proprietario che preveda,in caso di contestazione per HD,un iter lealmente percorso :

-prima la comunicazione,

-poi la scelta dell’esercizio della garanzia,

-quindi o la restituzione o la sostituzione,

-da ultimo se ambedue d’accordo un intervento chirurgico.

Ma quando questo viene proposto a 6/8 mesi di vita con una diagnosi non ancora ufficiale per l’ENCI e, ad esempio, si propone di applicare“triplice osteotomia pelvica” che spesso costa più del cucciolo,chi paga?

Altro che i danni delle così dette “Preventive”

Chi, allevando razze predisposte, non sa dell’esistenza delle radiografie preventive, effettuate a circa 8 mesi, dice una bugia! Ebbene se queste radiografie hanno sicuramente da un lato danneggiato i numeri statistici della Centrale e lo studio delle linee parentali, dall’altro certamente non hanno fatto riprodurre cani che avrebbero potuto divenire displasici in quanto vengono scartati precocemente. Il metodo di diagnosi precoce potrebbe invece provocare danni ben più gravi, come abbiamo appena analizzato.

L’ausilio tecnico che le Centrali per la lettura ufficiale dell’HD ed ED e l’ENCI offrono alle razze canine non consiste nel facilitare la produzione di cani displasici per poi migliorarne la vita con la chirurgia

In un momento in cui anche l’”informazione” si rivolge spesso con voce tonante contro il cane di razza pura (vedi “La Repubblica”) e in modo pressappochista e accusatorio relativamente alla malattie geneticamente trasmissibili, non possiamo e non dobbiamo offrire il fianco ad affermazioni del tipo “compra un cane di razza e avrai un cane spesso malato” e soprattutto non dobbiamo creare un mondo di cani di razza che debbano convivere con terapie precoci per arginare errori di allevamento. Non vorrei proprio sentirmi dire quello che un giorno, nelle vesti di direttore sanitario della scuola dei cani guida dei Lion’s, un riproduttore di cani (scusate ma così lo chiamo e se dovesse riconoscersi può pure farmi causa) mi disse: “Io procuro i cani alla scuola ma non voglio sentir parlare di esami della displasia perché basta una “sinfisiodesi” a tutti i cuccioli a tre mesi e il problema non esiste più”.

Moralmente, come veterinario e allevatore non posso accettarlo: è maltrattamento genetico.

Gli allevatori italiani hanno a disposizione un Ente che ha dato loro gli strumenti per selezionare i cani senza dover ricorrere a sotterfugi e,nel caso dell’HD,le centrali ufficiali questo devono fare.

Il nostro obiettivo è un cane di razza bello e sano

Si, spesso questo lo dimentichiamo tutti, il nostro è un cane di razza, e una razza non è solo un fenotipo estetico,ma un insieme di un fenotipo e genotipo che corrispondano per quanto possibile alla salute e all’attitudine per cui il cane è stato allevato.

Ebbene il concetto di bello e sano è spesso un binomio che costa fatiche immense, anni di selezione e anche, perchè no, un po’ di fortuna. L’ENCI ha dato gli strumenti per poter selezionare sulla HD: usiamoli, ma usiamoli senza far emergere un sommerso di interessi di altre categorie professionali a danno delle razze canine.

La chirurgia come scelta “ultima per migliorare la vita di un cane “ e non come mezzo

per sanare l’allevamento

In buona sostanza, la scelta della chirurgia deve essere oculata in un cane di razza, ma soprattutto deve essere solo un mezzo per dare una buona qualità di vita a un cane affetto da displasia dell’anca. Una eventuale scelta da fare con grande senso di responsabilità

Personalmente non mi sento di sostenere che una diagnosi precoce sia sicura al 100%, e ancor meno mi sento di intervenire chirurgicamente su un soggetto che mostra solo segni di predisposizione a questa patologia. In ogni caso, penso che tutto ciò non sia di pertinenza di coloro che operano la selezione di una razza e/o lavorano a sostegno dell’allevamento, ma bensì di determinate classi di Veterinari (gli ortopedici appunto).

con la supervisione del dott. Ferdinando Asnaghi