Il linfoma nel cane
Il linfoma nel cane
(per gentile concessione della Dott.ssa Mascotto Clizia)
Il linfoma è la patologia emopoietica più frequente in assoluto nel cane (5-7% delle neoplasie totali) e la neoplasia emopoietica più frequente in assoluto ( 90%).
Colpisce cani di età media, apparentemente senza predisposizione sessuale. Setter inglesi e Irlandesi, Bulldogue, Bullmastiff, Rottweiller e Golden Retriever sono razze predisposte.
E’ stata ipotizzata un’eziologia virale che però non è stata confermata, sono invece riconosciute cause genetico-ereditarie ed ambientali. Tra i fattori ambientali chiamati in causa per lo sviluppo del linfoma si annoverano pesticidi ed erbicidi, coloranti e solventi, inceneritori di rifiuti ed inquinamento ambientale.
Da un punto di vista clinico e patogenetico suddividiamo i linfomi in base alla localizzazione anatomica, al grado e all’immunofenotipo.
In merito alla localizzazione anatomica si parla di linfoma multicentrico quando la malattia interessa i
linfonodi periferici (forma più comune, 80-85% dei linfomi del cane), linfoma alimentare ( 5-6% dei linfomi del cane) quando la malattia si localizza a livello di stomaco e intestino, linfoma mediastinico quando vengono coinvolte strutture mediastiniche, linfoma polmonare, nervoso, renale …
I linfomi vengono poi suddivisi in linfomi di alto e basso grado. Nelle forme di alto grado le cellule che danno origine alla patologia sono i linfoblasti, cellule immature di grandi dimensioni ( pari a 3-4 globuli rossi). La malattia evolve rapidamente e se non trattata porta a morte brevemente l’animale, ma risponde altrettanto rapidamente quando la trattiamo con chemioterapici. I linfomi di basso grado originano dai piccoli linfociti maturi, sono malattie indolenti con un decorso di molti mesi.
I linfomi possono essere di tipo B o T. E’ importante conoscere l’immunofenotipo perché i linfomi T sono più aggressivi e rispondono peggio alla chemioterapia.
I segni clinici sono funzione della localizzazione anatomica della malattia. E’ molto comune l’aumento di dimensioni dei linfonodi periferici, abbattimento, diminuzione di peso e di appetito, spesso aumento della sete.
La diagnosi è citologica, raramente è necessario un esame istologico. La stadiazione è fondamentale; radiografie al torace, ecografia addominale, esame emocromocitometrico, profilo biochimico, eventuale esame del midollo osseo ed immunofenotipo. La WHO classifica in 5 stadi la
patologia in base all’estensione della malattia e 2 sottostadi per ogni stadio , correlati con la prognosi ( stadio più alto, prognosi peggiore).
La terapia è esclusivamente medica, e lo scopo è l’induzione della remissione. Per remissione si intende l’assenza di patologia clinicamente evidente.
Ci sono molti protocolli chemioterapici disponibili, diversi per tipo e numero di farmaci utilizzati. A seconda del protocollo scelto è attesa una durata media della remissione. Purtroppo qualsiasi sia il protocollo scelto il linfoma diviene solitamente resistente ai farmaci e la malattia recidiva; possiamo indurre una seconda remissione utilizzando farmaci diversi (protocollo di salvataggio) che solitamente ha però durata inferiore rispetto alla prima.
Ad oggi, con un protocollo combinato tipo Wisconsin, in assenza di fattori prognostici negativi, ci si aspetta una remissione da circa l’80% dei cani per un periodo di circa 12 mesi. E’ riportato che il 25% dei pazienti resta in remissione per 24 mesi e un 10% risulta guarito.
Tra i principali fattori prognostici negativi si sottolinea il pretrattamento con corticosteroidi, farmaci in
grado di indurre nelle cellule neoplastiche fenomeni di resistenza ai più comuni chemioterapici.
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